p: Prezzo di prodotti e servizi.
pMin: Prezzo minimo ottenibile al consumo.
pA: Potere d'acquisto dei lavoratori.
Quando il prezzo di prodotti e servizi cala, tendendo al minimo possibile, Il potere d'acquisto dei lavoratori diventa = 0.
Dimostrazione
Il prezzo P di vendita di un prodotto è dato dalla somma:
CMP: costo delle materie prime. Si può abbassare a discapito della qualità e non può essere zero.
CE: Costo energetico di produzione o trasformazione. In genere >0 ma può essere 0 per alcuni prodotti artigianali.
CL: Costi logistici, trasporto, distribuzione, commercializzazione, marketing, sicurezza sul lavoro.
CM: Costo manodopera ovvero gli stipendi dei dipendenti. Può calare fino a diventare quasi 0 (volontariato, economia di schiavitù).
PA: Profitto aziendale, si può abbassare fino ad un certo limite maggiore di zero in quanto nessun imprenditore lavora gratis per un significativo intervallo di tempo.
T: Tassazione sul prodotto e sui redditi di chi lo produce. La rilevanza % di T sul prezzo finale del prodotto diventa tanto maggiore quanto più si abbassa il suo prezzo. Il gettito fiscale dello Stato, infatti, deve mantenersi sopra una certa soglia. Questo implica un aumento della tassazione indiretta (IVA) man mano che il gettito IVA tende a calare a causa dell'abbassamento dei prezzi al consumo.
Quindi il prezzo minimo di un prodotto si ottiene ponendo CMP=min, CE=min, CL=min, CM~=0 e PA~=0. Tendere a questi valori però induce un forte aumento della pressione fiscale, quindi di T e ad un annullamento del potere di acquisto dei lavoratori.
Corollario
Un sistema economico basato sulla concorrenza sui prezzi, tende, nel tempo, ad impoverirsi sempre di più.
Inoltre a causa dell'abbassamento dei costi della materia prima e di una minor motivazione dei lavoratori, la qualità dei prodotti e dei servizi tende a diventare, nel tempo, sempre più scadente.
Implicazioni
Tutto ciò cosa significa? Significa che più i prezzi dei prodotti si abbassano in valore assoluto, più gli stessi sembrano costosi, perché nel frattempo le retribuzioni hanno subito un calo percentuale maggiore rispetto a quello dei prodotti. Quindi ulteriore corsa al risparmio, in una spirale distruttiva verso il basso.
Come si esce da questa spirale?
Se ne esce accorciando la filiera, portando le persone ad acquistare prodotti locali direttamente dai produttori, riducendo il più possibile CL, i costi logistici di distribuzione, trasferendo quelle risorse in CMP, cioè in qualità dele materie prime e CM, cioè aumentando gli stipendi. In tal modo il prezzo finale non varierà e quindi nemmeno T, ma aumenterà il potere d'acquisto dei lavoratori. Pian piano si risalirà la china, si potrà aumentare la qualità e il prezzo dei prodotti aumentando ancora gli stipendi e a questo punto si potrà cominciare a ridurre finalmente la tassazione.
Ci sarà una trasformazione economica, l'occupazione nei settori primario e secondario aumenterà più di quanto non calerà quella del terziario, calerà quindi la disoccupazione. Ad un certo punto anche l'occupazione nel terziario ricomincerà a crescere, portando benessere diffuso a tutti i livelli.
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Mario Bruscella
Mercoledì 28 Gennaio 2015